Castellare di Castellina

Nell’iter legato alla categoria del blog “Parlando con il Produttore”, oggi è la volta di Castellare di Castellina. Ieri al Santa Maria della Scala a Siena nell’occasione della prima edizione dell’ evento Be.Come, ho avuto il piacere di degustare i due vini portati in degustazione. Prima di passare all’analisi sensoriale dei vini, una breve descrizione dell’azienda.

La Cantina Castellare di Castellina si trova nel cuore del Chianti Classico e come suggerisce il nome, nel Comune di Castellina in Chianti in provincia di Siena. Nasce dall’unione di quattro poderi (Castellare, Caselle, San Niccolò e Le Case). Dal 1970 vengono prodotti vini di elevata qualità con rese delle uve per ettaro molte più basse da quelle previste dal disciplinare Docg. Di proprietà di Paolo Panerai che si è avvalso sin da subito della preziosa collaborazione dell’agronomo ed enologo Alessandro Cellai. Gli ettari vitati sono 33 estesi su una superficie complessiva di 80, la cui esposizione è a sud-est su terreni ricchi di calcare, galestro e poca argilla ad un altimetria media di 370 metri s.l.m.. Da sempre vengono valorizzati i due vitigni autoctoni come Sangiovese e Malvasia Nera, tuttavia tra i filari vengono coltivati anche altri vitigni sia autoctoni che alloctoni. La coltivazione è di tipo biologico per rispetto della natura e per dare origine a vini organici. Le singolari etichette sono note per la riproduzione di uccelli in via d’estinzione. Conosco i vini dell’azienda da quasi mezzo secolo e ogniqualvolta partecipo a kermesse enoiche mi piace degustare i loro vini.

Poggio ai Merli Toscana Igt 2019, ottenuto interamente con uve di Merlot, si presenta nel calice con una bellissima tonalità rosso rubino intenso, al naso libera eleganti sentori di frutta scura matura, quali lampone, marasca, prugna e mora, che ben si fondono con terziari di cacao, caffè e vaniglia, al palato è piacevolmente morbido e sapido con tannini poderosi ma setosi, il suo finale è decisamente lungo e persistente. A tavola lo vedo bene con cacciagione e cinghiale in umido.

I Sodi San Niccolò Toscana Igt 2018, ottenuto da uve di Sangioveto e 10% di Malvasia Nera, si presenta nel calice con un bellissimo colore rosso rubino intenso con riflessi che virano sul granato, al naso libera un bel pot porri di note fruttate, quali amarena e prugna e lievemente speziate, balsamiche e floreali di fiori di campo, al palato è avvolgente, pieno, fine e leggiadro. Il finale è concitato e molto persistente. Lo vedo bene con carne arrosto e formaggi stagionati.

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Ho lavorato a lungo in qualità di Maître d'Hotel e sono un Sommelier Professionista. Dopo esperienze lavorative in Hotels, è all' Hotel Savoy di Londra che nasce la passione per il vino. Dopo aver frequentato il corso vini al Savoy Training Center, al ritorno in Italia ho frequentato i tre livelli da Sommelier con AIS. Mi piace partecipare alle varie kermesse enoiche e degustazioni guidate, approfondire e condividere le mie esperienze in maniera semplice su questo Blog. Mi piace inoltre calpestare vigneti e visitare aziende vitivinicole. Sono curatore di una rubrica su Ristorazione & Ospitalità, rivista ed organo ufficiale dell'AMIRA, la quale mi ha recentemente nominato "Cavaliere dell'Ordine Enogastronomico di Santa Marta " e "Gran Maestro della Ristorazione". Un' altra grande passione è lo sci.

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