Siena è una città medievale posta nel cuore della Toscana, città d’arte, circondata da splendide colline, dalle quali si producono grandi vini. Seguono alcuni cenni di 4 importanti Docg. Ho avuto l’occasione per descriverle in altre occasioni, questa è la prima volta che sono raccolte in un unico post. Buona lettura
La Vernaccia di San Gimignano è stato il primo vino italiano ad ottenere la denominazione di origine controllata nel 1966, successivamente nasce il Consorzio della Vernaccia che contribuirà a dare nuovo slancio per la produzione di qualità, ottenendo nel 1993 la meritatissima Docg. San Gimignano è un comune italiano che si trova nella parte nord-ovest della provincia di Siena. Dichiarato dall’ Unesco Patrimonio dell’ Umanità, conosciuto in tutto il mondo per le sue torri medievali, che le hanno valso l ‘appellativo di Manhattan del Medioevo. In questo territorio di straordinaria bellezza si producono anche altri vini, sia rossi che rosati, anche bollicine ma la produzione maggiore è riservata alla Vernaccia che da disciplinare si deve ottenere rigorosamente con almeno un 85% dell’ omonimo vitigno.
Tuttavia, la maggioranza dei produttori la ottiene in purezza. Possono concorrere alla produzione per un massimo del 15%, anche altri vitigni a bacca bianca, purchè non siano aromatici. Un vino bianco italiano che ha una notevole capacità d’ invecchiamento, un motivo plausibile per produrre anche la tipologia ” Riserva “. Un vino bianco molto apprezzato da tanti estimatori di ogni parte del mondo, qualitativamente non ha nulla da invidiare ad altri vini. Le sue origini risalgono in tempi molto lontani. Il clima nelle campagne della cittadina turrita è mediterraneo con estati abbastanza siccitose e inverni abbastanza miti, tranne qualche rara eccezione. Il suolo è di origine marina, ricco di tufo e argille gialle con presenza di sabbia, tutti elementi che consentono un buon drenaggio e donano ai vini una buona sapidità. A tavola trova abbinamento con svariati piatti, in funzione della tipologia e dell’annata, ma un classico è il coniglio alla Vernaccia.

La zona di produzione del Chianti Classico è localizzata in provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti e Radda in Chianti, e in parte, alcune zone dei comuni di Castelnuovo Berardenga (il più vicino a Siena) e Poggibonsi, e in provincia di Firenze comprende il territorio dei comuni di Greve in Chianti e parte dei Comuni di Barberino Val d’Elsa/Tavarnelle Val di Pesa e San Casciano val di Pesa.
Il Chianti Classico viene prodotto in tre tipologie: Chianti Classico Annata, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione. Il vitigno principe è il Sangiovese e viene prodotto in purezza o secondo il disciplinare con un minimo dell’80%, al completamento concorrono altri vitigni a bacca nera, sia autoctoni che alloctoni, i principali sono il Canaiolo, il Colorino, la Malvasia Nera, il Merlot ed il Cabernet Sauvignon.
Già nel 1716 era nata la Denominazione “Chianti “assieme ad altre 3 zone della Toscana, secondo il bando del Granduca di Toscana Cosimo III. In seguito con l’incremento di altre zone fuori dalla suddetta area, le verrà conferito il suffisso ” Classico “, per contraddistinguersi come zona storica e vocata alla produzione di questo grande vino. Nel 1967 arriva la Denominazione di Origine Controllata, seguirà nel luglio del 1984 la meritatissima DOCG.
Il simbolo del Consorzio è un Gallo Nero, la leggenda narra che per porre fine a scontri armati, tra Firenze e Siena che andavano avanti da anni, e per segnare i confini, avrebbero affidato la prova a due Cavalieri, partendo dalle rispettive città. Sarebbero dovuti partire al canto del gallo. I Senesi scelsero un gallo bianco e lo rimpinzarono di cibo, mentre i Fiorentini scelsero un gallo nero che tennero a stecchetto. La dove si fossero incontrati sarebbero stati segnati i confini tra le due province. Il gallo nero Fiorentino, preso dalla fame, iniziò a cantare prima del sorgere del sole, ed il cavaliere prontamente parti. Quello bianco senese, sazio dormiva ancora, è l’ incontro avvenne a pochi km da Siena.

Montepulciano è posto a 605 metri sul livello del mare, a cavallo tra due stupende valli, quali la Valdichiana e la Val d’Orcia, è nota soprattutto per la ricchezza dei suoi vigneti da dove si ricava il Vino Nobile, uno dei più pregiati vini rossi italiani. Già nel 1685, quando Francesco Redi nel suo celebre ditirambo Bacco in Toscana conclude i versi dedicandogli “Montepulciano d’ogni vino è Re”. Bevuto durante i pasti dei signori, gli è valso l’appellativo di “Nobile”. La Doc arriva nel 1966 e nel 1980, seguirà la meritatissima Docg. Primo vino italiano ad essere immesso sul mercato con la fascetta di stato. Il vitigno principale è il Sangiovese, denominato a Montepulciano “Prugnolo Gentile“, tuttavia , possono essere utilizzati altri vitigni autorizzati, sia autoctoni che alloctoni sino ad un massimo del 30%. Ciò nonostante, molti produttori ottengono questo eccellente vino con Sangiovese in purezza. Dal 2020 viene aggiunta in etichetta la menzione geografica “Toscana”. Tra due anni parleremo anche delle 12 Pievi: Cervognano, Cerliana, Caggiole, S. Albino, Valiano, Ascianello, San Biagio, Le Grazie, Gracciano, Badia, Argiano e Valardegna che dal 2020 maturano in botte.
Le caratteristiche climatiche e geologiche contribuiscono a dare origine a vini di indubbia qualità. Il Vino Nobile di Montepulciano viene prodotto nelle tipologie, Annata, Riserva e Selezione. A Montepulciano vengono prodotti altri vini come il Rosso di Montepulciano, il Vin santo, il Vin Santo Occhio di Pernice ed inoltre vini bianchi, rosati e bollicine. A tavola il Vino Nobile di Montepulciano trova un considerevole numero di piatti per poter essere abbinato, in funzione della tipologia e dell’ annata, l’ ideale con carni rosse, se proprio devo menzionare un piatto, direi faraona alle prugne.

Montalcino è un comune italiano della provincia di Siena in Toscana. È una località nota per la produzione del vino Brunello, posto a 567 metri di altitudine s.l.m.. Si colloca nel territorio a nord-ovest del Monte Amiata, alla fine della Val d’Orcia, al confine con la provincia di Grosseto. Il Brunello di Montalcino può essere considerato, insieme al Barolo, il vino rosso italiano dotato di maggiore longevità. Vino rosso, perla che l’enologia italiana ha saputo esprimere con risultati più che soddisfacenti. La sua affermazione è notevole sia in Italia che nel resto del Mondo. Nel 1966 il suo rilancio con l’ottenimento della Doc e la nascita del Consorzio di Tutela, hanno permesso di fare notevoli passi in avanti con ammodernamenti in cantina e rinnovamenti di nuovi vigneti quasi esclusivamente con Sangiovese. Seguirà nel 1980 l’arrivo della Docg, uno tra i primi vini in Italia ad ottenere questo prestigioso riconoscimento. Da qui con modifiche al precedente disciplinare, già severo, è stato raggiunto un ulteriore innalzamento in termini di qualità. Il territorio presenta aspetti pedo-climatici e sotto il profilo geologico diversi in ogni zona. A nord si ottengono vini di buona struttura, profumati ed eleganti, ad est vini più tannici adatti all’invecchiamento, a sud vini di grande struttura, molto profumati, ad ovest, vini eleganti, armonici, da lungo invecchiamento.
La vicinanza al Monte Amiata crea un microclima ideale per la coltivazione della vite con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Si ottengono così vini di eccellente qualità. Il Brunello di Montalcino viene prodotto con le tipologie: Vendemmia/Annata, Selezione e nelle migliori annate Riserva. Il Sangiovese ha trovato a Montalcino un habitat ideale ed il baricentro nella sua massima espressione, più di ogni altra zona. A Montalcino si producono inoltre anche altri importanti vini, come il Rosso di Montalcino, un’ altra perla è un vino dolce, il Moscadello di Montalcino. All’interno del comune si produce anche il Sant’ Antimo Doc. Alcuni produttori, producono vini bianchi e rosati, ma da qualche tempo a questa parte anche bollicine Metodo Classico.

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