Bollicine italiane Metodo Classico

In Italia si usa spumantizzare con il Metodo Classico vini da vari vitigni e in tutte le regioni d’ Italia, dal nord al sud. Ho degustato vari M. C. ottenuti da molti vitigni, diversi dallo Chardonnay e dal Pinot Nero, veramente molto apprezzabili. Quattro areali producono maggiormente questa tipologia di vino. Seguono alcune nozioni. Buona lettura

La Franciacorta, il cui nome deriva da Corte franca si trova in Lombardia, in provincia di Brescia ed intorno al lago d’Iseo. Ricca di storia e paesaggisticamente è veramente difficile trovargli un aggettivo positivo, diciamo stupenda. In 19 comuni si possono produrre bollicine Franciacorta DOCG, il vitigno principe è lo Chardonnay, ma concorrono alla produzione anche Pinot Bianco, Pinot Nero e da poco è stato inserito l’Erbamat, un antico vitigno a bacca bianca. La Franciacorta è una zona vinicola vocata soprattutto per la produzione di bollicine Metodo Classico, tuttavia si producono anche vini fermi sia bianchi che rosati e rossi. Una perla enologica italiana.

Si producono tutte le varie tipologie dal non dosato al demisec. È possibile produrre le seguenti versioni: Franciacorta (rifermentazione in bottiglia per minimo 18 mesi di affinamento sui lieviti),  Franciacorta Satén (si produce esclusivamente nella tipologia Brut) , Franciacorta Rosé (Pinot Nero minimo 35%, Chardonnay, Pinot Bianco massimo 50%, Erbamat massimo 10%),  Franciacorta Millesimato (devono passare almeno 37 mesi dalla vendemmia perché venga messo in commercio) e Franciacorta Riserva (devono rimanere in sosta sui lieviti per molti anni, il Disciplinare ne impone almeno 5 quindi il Franciacorta Riserva viene immesso al consumo dopo almeno 67 mesi dalla vendemmia).

Il suolo in questo splendido lembo di terra è prevalentemente  di origine morenica con depositi liberati dell’antico ghiacciaio (Oglio). Ricchi di sabbia e limo e poveri di argilla.  Il clima è mediterraneo e quindi ideale per la coltivazione della vite. Il Franciacorta è un vino ideale a tutto pasto: con le sue diverse tipologie di sapore è abbinabile ad un ampia gamma di piatti e prodotti.

Vigneti nei pressi di Erbusco

Trento Doc  è sinonimo di bollicine di montagna, ottenute con Metodo Classico, qualitativamente parlando è tra i migliori spumanti al mondo. Le montagne sono una risorsa importante che riescono a donare un microclima particolare con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e conferiscono alle uve una buona complessità aromatica. Il clima ha molte varietà,  da un lato il freddo delle Dolomiti e dall’ altro le temperature miti del lago di Garda. I vitigni coltivati ed utilizzati sono lo Chardonnay, il Pinot Nero, il Meunier ed il Pinot Bianco, rigorosamente coltivati all’ interno dell’area in provincia di Trento. La vendemmia è svolta rigorosamente a mano. Le case spumantistiche sono 55, alcune grandi ed alcune piccole, tra le quali alcune note ed alcune meno, che come comune denominatore hanno la qualità. Vengono prodotte le seguenti tipologie che derivano dal sito Trentodoc.

Brut, Millesimato o Riserva

Lo dice il disciplinare, Trentodoc può essere prodotto in “bianco” o “rosato” nelle seguenti versioni – Brut: almeno 15 mesi di permanenza sui lieviti – Millesimato: almeno 24 mesi di permanenza sui lieviti – Riserva: almeno 36 mesi di permanenza sui lieviti “Almeno” recita il disciplinare, realmente tutti gli associati mantengono i loro spumanti sui lieviti molto di più: una lunga permanenza sui lieviti è sinonimo di qualità per delle bollicine prodotte con il metodo classico.

Nella fase finale di produzione dello spumante metodo classico viene deciso il dosaggio (che dipende da una precisa scelta dell’enologo e della casa spumantistica) e si riferisce al quantitativo di zuccheri e vino (si tratta di una miscela segreta di ogni produttore) che viene aggiunto in fase di sboccatura.

Trentodoc può essere classificato anche in base al dosaggio: Pas Dosè (o non dosato): fino a 3 grammi di residuo zuccherino per litro, senza aggiunta di zuccheri dopo la rifermentazione in bottiglia – Extra Brut: la quantità zuccherina finale è compresa tra 0 e 6 grammi per litro – Brut: tra i 6 e i 12 grammi di residuo zuccherino per litro – Extra Dry: da 12 a 17 grammi di residuo zuccherino per litro – Dry, Sec: da 17 a 32 grammi di residuo zuccherino per litro – Demi Sec: fra i 32 e i 50 grammi di residuo zuccherino per litro.

Immagine estrapolata dal web

L’Alta Langa Docg è uno spumante piemontese che viene prodotto in ben 146 Comuni nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo situata alla destra del fiume Tanaro, con il Metodo Classico. Le uve utilizzate per la produzione di queste bollicine, sono il Pinot Nero e lo Chardonnay, separatamente o insieme in percentuali variabili. I vigneti da cui possono essere raccolte le uve devono essere posti in zona collinare e non al di sotto dei 250 metri s.l.m. Le tipologie sono bianco e rosé con dosaggi, brut, extra dry e pas dosé. Il disciplinare prevede un periodo minimo di 30 mesi di affinamento sui lieviti e di oltre 3 anni per la tipologia Riserva. L’ Alta Langa è unicamente millesimato, pertanto viene prodotto solamente nelle migliori annate. Non troveremo mai una bottiglia senza l’indicazione di annata. A produrre l’ Alta Langa Docg, ci sono oggi circa ottanta produttori, a livello sensoriale varia in funzione delle tipologie e del colore, a tavola è il compagno ideale di molte preparazioni, che spaziano dall’ aperitivo a piatti più strutturati. Elaborato da Carlo Gancia nel 1850 quando fece ritorno in Italia, dopo un periodo trascorso in Francia nella patria delle bollicine. Un vino oggidì ampiamente apprezzato.

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L’Oltrepò Pavese è uno splendido lembo di terra collinare posto al sud della regione Lombardia ed in provincia di Pavia. La viticoltura affonda le radici nel lontano 40 a.C. Vengono prodotti vari vini suddivisi in Doc ed Igt, l’unica denominazione a fregiarsi della Docg è riservata al Metodo Classico. Il vitigno maggiormente coltivato ed utilizzato per la produzione di Metodo Classico è il Pinot Nero, tuttavia, viene utilizzato anche lo Chardonnay ed il Pinot Bianco. Per le bollicine rosate è stato registrato il marchio Cruasé. La coltivazione della vite avviene al 45° parallelo. I vigneti si trovano ad altimetrie che variano dai 200 ai 600 metri s.l.m. su terreni prevalentemente argillosi e calcarei, talvolta gessosi. Le tipologie ed i dosaggi corrispondono e rispettano i parametri previsti dal disciplinare. Il periodo minimo di affinamento sulle fecce è di 15 mesi, che diventano 24 perla versione millesimata. A tavola si abbina bene a molte preparazioni culinarie, in funzione della tipologia su piatti più o meno complessi, tuttavia, si può considerare ideale a tutto pasto.

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All you need is wine

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Ho lavorato a lungo in qualità di Maître d'Hotel e sono un Sommelier Professionista. Dopo esperienze lavorative in importanti Hotels, è all' Hotel Savoy di Londra che nasce la passione per il vino. Dopo un corso vini al Savoy Training Center, al ritorno in Italia ho frequentato i tre livelli da Sommelier con AIS. Mi piace partecipare alle varie kermesse enoiche e degustazioni guidate, calpestare i vigneti, visitare aziende vitivinicole e approfondire condividendo le mie esperienze in maniera semplice su questo Blog. Sono curatore di una rubrica su Ristorazione & Ospitalità, rivista ed organo ufficiale dell'AMIRA, la quale mi ha recentemente nominato "Cavaliere dell'Ordine Enogastronomico di Santa Marta " e "Gran Maestro della Ristorazione". Sono autore di 20italie e Papillae. Un' altra grande passione è lo sci.

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