Percorrendo la strada del vino Prosecco che da Conegliano arriva a Valdobbiadene, ci imbattiamo in una zona altamente vocata per la produzione di Prosecco. Il Superiore di Cartizze è il cru della denominazione ed è riprodotto da una piccola area di 107 ettari di vigneto, compresa tra le colline più erte di S. Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol, nel comune di Valdobbiadene. Cartizze, il cui nome sembra derivare dal termine dialettale “gardiz”, ossia graticcio su cui veniva sottoposta l’uva ad appassimento, al fine di avere una maggiore concentrazione zuccherina. Il microclima consente alle uve di ottenere un eccellente livello qualitativo. Nella zona del Cartizze infatti, le uve vengono vendemmiate più tardi, quando gli acini iniziano a mostrare i primi segni di appassimento naturale. Ciò conferisce al vino una concentrazione di aromi e sapori di straordinaria intensità e complessità. Il vitigno utilizzato è la Glera, sia in purezza che con il saldo di altri vitigni a bacca bianca autorizzati. Sono utilizzati quasi tutti i vari dosaggi, tuttavia, il più comune è l’extra dry.
A livello sensoriale, già il colore rimanda ad una maggiore intensità, rispetto al Prosecco che proviene al di fuori da questo Cru, sia all’olfatto che al palato, che si manifesta con una complessità di profumi di singolare ricchezza, che spaziano dalla mela alla pera, dall’albicocca agli agrumi, alla rosa, con una piacevole nota di confetto di mandorle alla retrolfattiva. Il sapore è piacevolmente morbido grazie ad una pronunciata dolcezza, ma la fine fragranza del perlage conferisce l’armonia delle sensazioni e favorisce a sostenere la persistenza aromatica. Il metodo di produzione comunemente utilizzato è il Metodo Charmat o Martinotti che dir si voglia, tuttavia, può essere prodotto anche con il Metodo Classico.

