Denominazioni

La Romagna Albana o Albana di Romagna

La Romagna Albana o Albana di Romagna (così appellato sino al 2011) è stato, nel 1987, il primo vino bianco italiano ad ottenere la meritata attestazione a Docg, già a Doc dal lontano 1967. Può essere considerata, a giusto titolo, una vera icona dell’Emilia Romagna. Il vitigno Albana viene coltivato in Romagna da tempi remoti, fu introdotto, consumato e valorizzato dai Romani. La sua etimologia può essere ricollegata al termine latino “albus”, ossia bianco, ma potrebbe addirittura prendere il nome dai monti Albani nel Lazio. Le province ove viene coltivato questo singolare vitigno sono: Bologna in 7 comuni, Forlì-Cesena in 10 comuni e Ravenna in 5 comuni.

Tuttavia, a Bertinoro, considerata la sua culla, l’Albana ha trovato un habitat ideale per dare origine a vini di eccellente qualità. Galla Placidia, imperatrice romana, trovatasi di fronte a questo vino, servito in un rudimentale calice di terracotta, esclamò “vorrei berti in oro”. Da qui, questa cittadina dell’entroterra romagnola ha preso il suo attuale nome. Con questo vitigno vengono ottenute varie tipologie di vino: Romagna Albana secco, dolce, passito, passito riserva e la versione spumante che al momento è classificata solamente Doc. Il Romagna Albana è un vino bianco unico nel suo genere. Grazie alla presenza di tannini è dotato di una notevole capacità d’invecchiamento. Se degustato da bendati e ad una temperatura intorno ai 18°C può essere scambiato tranquillamente per un vino rosso.

A livello sensoriale, nella versione secco, è di un bellissimo colore giallo paglierino con riflessi che virano sul dorato e sprigiona sentori di pesca, albicocca, mela golden, mimosa, tè verde e fiori secchi. Al palato è piacevolmente fresco e leggermente tannico. Nelle versioni passito (o dolce) è di colore giallo dorato, sviluppa sentori tipici quali miele, datteri, fichi secchi, albicocche secche e sciroppo di mandorle. Al palato è morbido ed avvolgente, lungo e persistente.

A tavola in funzione della tipologia trova abbinamento con molte preparazioni culinarie. La versione “secco” si sposa bene con salumi, zuppe di pesce e pasta con verdure; la versione amabile con pasticceria secca, mentre il passito con formaggi erborinati e dolci complessi, ma è ideale anche come vino da meditazione. I produttori sono oltre 60 e tra i più noti ci sono: Celli, Podere La Berta, Giovanna Madonia, Fattoria Paradiso, Fattoria Monticino Rosso e Tenuta il Plino. Ruenza Santandrea è l’attuale presidente del Consorzio Vini di Romagna. Recentemente ho degustato i vini della Tenuta il Plino trovandoli di elevata qualità. Una nota di merito va soprattutto al Mufato (con una sola f) del Plino, ottenuto con uve botritizzate.

N.B. Questo articolo da me scritto è stato pubblicato su Ristorazione & Ospitalità: https://amira-italia.it/images/rivista/2022/Giugno_22.pdf

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