Carmignano è un areale vitivinicolo che si trova in Toscana, in provincia di Prato, sulle colline del Montalbano, a metà strada tra Firenze e Pistoia. Sin dall’epoca etrusca e romana viene coltivata la vite, un meraviglioso lembo di terra ad alta vocazione vitivinicola, soprattutto per la produzione di vini rossi, riconosciuta ed apprezzata sia a livello nazionale che internazionale.
Il Carmignano ha ottenuto la Doc nel 1975 e la Docg nel 1990, tuttavia la versione Riserva già si poteva fregiare di questo importante riconoscimento da qualche anno. È tra le più piccole Docg italiane, ma qualitativamente non sfigura tra le più blasonate. Sulla fascetta dei vini di Carmignano è riportata una data: 1716. Denota la fondazione del consorzio della congregazione che doveva sorvegliare all’ottemperanza delle norme per la produzione dei vini di Carmignano, stabilite già a quell’epoca in un bando che porta il timbro del Granduca di Toscana Cosimo III dei Medici. Solamente altri tre vini di quel periodo, in Toscana, erano stati identificati e stabiliti i confini: Pomino, Chianti e Valdarno Superiore.

Praticamente, una sorta di Doc odierna ante litteram. Il vitigno maggiormente coltivato ed utilizzato è il Sangiovese, la cui percentuale da disciplinare deve arrivare al 50%, poi Canaiolo Nero, Cabernet (in loco uva Francesca) e Merlot. Le radici del vitigno Cabernet affondano nel terreno da oltre cinque secoli, fu un’intuizione della Regina di Francia, Caterina de’ Medici; è da allora che viene nominata uva Francesca. Il Carmignano nelle annate migliori viene prodotto anche in versione Riserva. È prodotto nel comune di Carmignano e a Poggio a Caiano, nel comune di Prato.
I vigneti sono posti a un’altitudine che varia dai 250 sino ai 400 metri s.l.m. Su queste splendide e talvolta erte colline vengono prodotti anche altri vini: il Barco Reale di Carmignano, il Rosato di Carmignano, il Vin Santo di Carmignano ed il Vin Santo di Carmignano Occhio di Pernice. A livello sensoriale: è di un bel colore rosso rubino intenso; all’olfatto rimanda eleganti sentori di mammola, ciliegia, cassis, lampone e, in maggior età, tabacco, cacao,
vaniglia e spezie; al palato è leggiadro, pieno e appagante, dotato di tannini copiosi ma setosi. Un vino decisamente persistente.
A tavola trova ampio spazio con piatti saporiti e dal gusto deciso, come cacciagione, arrosti di carni rosse e carne alla griglia. Si abbina bene anche a formaggi stagionati e saporiti. La temperatura di servizio ideale va dai 18 ai 20 gradi. I produttori che conosco meglio sono: Capezzana, Piaggia, Artimino, Pratesi, Ambra, Castelvecchio, Colline San Biagio e Sassolo. L’attuale Presidente del Consorzio è Fabrizio Pratesi.
Questo articolo lo potete trovare anche su Ristorazione & Ospitalità di febbraio 2023: rivista ed organo ufficiale dell’AMIRA (Associazione Maitres Italiani Ristoranti e Alberghi).


